
Torino
Alcuni anni fa ho progettato l’allestimento della mostra “Leggere fotografie” ospitata negli spazi del CAMeC, il Centro per l’Arte Moderna e Contemporanea della Spezia, la città in cui vivo.
La mostra, curata da Francesca Cattoi, Mario Commone e Saul Marcadent, indagava il rapporto tra libro e fotografia, in un’ampia ricerca che spaziava dalle pubblicazioni di case editrici indipendenti all’editoria d’arte, fino alle autoproduzioni più recenti.
Una parte della mostra era dedicata a edizioni rare e libri d’artista provenienti principalmente da due collezioni private.
La difficoltà di avere una mostra di soli libri, in parte sotto teca, ci ha spinto a cercare altri strumenti che potessero essere di supporto e coinvolgere più direttamente il visitatore. Così è nata l’idea di video interviste all’interno delle abitazioni dei collezionisti. La casa, infatti, era il luogo del loro lavoro e specchio della loro vita con e per i libri.


Giorgio Maffei è stato il primo collezionista che ha aderito al progetto prestando una selezione della sua raccolta di libri rari legati alla fotografia e aprendoci le porte della sua casa torinese.
Ho sempre pensato che sarebbe stato bello diffondere quel breve documentario oltre lo spazio e il tempo della mostra.
Adesso finalmente trovo l’occasione per contribuire a farlo. Il video, realizzato dal collettivo LeleMarcojanni, entra con delicatezza nel quotidiano di Giorgio Maffei che era collezionista e mercante di libri d’artista, tra i più importanti in Italia, ma anche curatore di mostre, autore di ricerche bibliografiche e appassionato studioso di ogni tipo di pubblicazione legata all’editoria d’arte.
” La casa contiene i libri, è pervasa dai libri perché i libri sono un pezzo della nostra vita. Non c’è la stanza in cui ci sono i libri, i libri sono dappertutto… sono i nostri compagni di strada” Giorgio Maffei
Giorgio Maffei è mancato nel 2016 e da allora a proseguire il suo lavoro c’è sua moglie Paola Varello.
Per realizzare questo racconto ho avuto diverse conversazioni telefoniche con Paola che mi ha raccontato di come nel 2013 ha lasciato il suo lavoro per stare al fianco di suo marito Giorgio e di come sta proseguendo oggi l’attività dello studio bibliografico:
“Con Giorgio facevamo tutto insieme ma, prima del 2013, io avevo un mio lavoro anche piuttosto impegnativo. Il mio aiuto era ti tipo “organizzativo” grazie alla mia attitudine e formazione. Mi occupavo di qualsiasi questione pratica e credo che il mio contributo sia stato fondamentale nell’introdurre l’uso del computer in quegli anni in cui tutto il sistema lavorativo stava cambiando.
Giorgio non si oppose mai a una modernizzazione che invece il mondo dell’antiquariato librario vedeva come una pericolosa “perdita di innocenza”. Io uscivo la mattina di casa e tornavo nel tardo pomeriggio. Di cosa avvenisse in casa in quelle ore ne avevo solo un piccolo riassunto serale.
In quello sfortunato 2013 lasciai il mio lavoro e dedicai tutto il mio tempo ad aiutare Giorgio. Questo fino al 2016 quando lui mancò a causa della malattia. In quel breve periodo è avvenuta la mia “formazione professionale” che ovviamente mostra tutti ed evidenti i segni dell’incompletezza e delle lacune che oggi sto faticosamente cercando di colmare.



Vivere in questa casa mi ha impedito di “evadere” dal lavoro che in qualche modo mi sono trovata, molto impreparata, a dover affrontare. Come passare indifferente davanti a tutti quei libri, come poterli abbandonare sulle loro librerie lasciandoli inerti in balia della polvere, come evitare la domanda “cosa ne farebbe Giorgio”? Loro mi circondano, mi guardano e qualche volta penso mi giudichino. Non ingenerosamente… perché, ne sono sicura, nemmeno Giorgio lo farebbe.
La mia scelta, così come dettato dal mio carattere prudente, è stata dunque quella di continuare il lavoro di libraia, di “giovane libraia” di sessantasette anni, ma con tempi più dilatati, addirittura con lunghi periodi di inattività, in attesa di qualche nuova idea per un catalogo o una fiera. In fondo ho l’età della pensione!
Rimarrò per sempre in questa casa in compagnia dei nostri libri che sono motivo di distrazione, di impegno e, perché no, anche di guadagno, ma sono anche l’opportunità di intrecciare nuove conoscenze o scambi interessanti. Sono insomma l’eredità che Giorgio mi ha lasciato per farmi sentire meno sola.”


È stato un vero piacere sentire Paola dopo tanti anni. Anche per lei era vivo il ricordo di quella mostra che ha unito, attraverso la passione e la condivisione, persone e professionalità diverse e dalla quale sono nate amicizie e collaborazioni che durano ancora oggi.
Da questi appuntamenti telefonici con Paola è nato il desiderio di incontrarci di nuovo di persona per parlare con la giusta calma della sua vita di adesso, degli spazi della sua casa, del suo lavoro con i libri suoi e di Giorgio. Naturalmente nel suo bellissimo appartamento protagonista del documentario e di questo breve racconto.
Grazie Paola, ci vediamo presto a Torino!

Di seguito il link per avere maggiori informazioni su Studio Bibliografico Giorgio Maffei
Documentario “Carta” e fotografie da video: Lele Marcojanni
regia: Elena Mattioli e Flavio Perazzini/ LeleMarcojanni
motion graphics: Roberto Mezzano / LeleMarcojanni
interventi sonori: Glauco Salvo
Fotografie mostra Mario Commone